mentrenoi

Il progetto “MENTRE NOI” consiste nell’acquisizione, da parte di Associazioni di Volontariato qualificate, in collaborazione con le Pubbliche Amministrazioni, di un organismo edilizio nel quale il disabile, presenti i genitori, possa trovare un ambiente famigliare e possa proseguire il percorso educativo iniziato e continuato in seno alla sua famiglia per mezzo dei genitori stessi.

Il progetto DOPO DI NOI, per contro, senza una preparazione psicologica effettuata attraverso il MENTRE NOI, provoca quel distacco traumatico e violento, che il disabile non comprende, in quanto interviene allorchè i genitori non ci sono più o ancora peggio quando non sono più in grado di accudire ed assistere il disabile. Quanto proposto vale anche per la conservazione ed acquisizione della autosufficienza da parte del disabile motorio, con la differenza che, a seconda del suo impedimento, per non sprofondare nella depressione, dovuta al senso di inutilità di cui si è già detto, tutti gli interventi educativi possono essere integrati da attività di addestramento ed aiuto affiancando il disabile all’educatore normodotato.

E’ indispensabile che il disabile sia accudito, educato istruito nella autosufficienza da personale esperto, in collaborazione stretta con i genitori, e venga abituato a rimanere anche solo, in ambiente accogliente alla presenza solamente dell’educatore ed assente il genitore. Deve abituarsi a gestire la sua vita senza la presenza della famiglia, ma sapendo che la famiglia esiste e all’occorrenza può essere presente.

Questo è un investimento vantaggioso anche per la società in quanto esistono disabili che, debitamente accuditi e soddisfatti, possono rendersi utili e produttivi, e non perdere, per ragioni di poca lungimiranza, tutto quello che hanno acquisito con tempo e fatica.

Chi è a contatto con la disabilità è molto pessimista perché da quello che si vede e si sente non si vive in una società lungimirante ma per quanto già detto velatamente razzista. Si vuole dimostrare col supporto delle esperienze di vita quotidiana che il progetto “MENTRE NOI” deve precedere obbligatoriamente il progetto “DOPO DI NOI” ed il sistema educativo MENTRE NOI, può essere applicato anche quando i genitori, per ragioni naturali, non possono più prendersi cura del loro figlio.

Infatti la persona bisognosa di assistenza si è già abituata alla assenza del genitore e quindi il trauma conseguente a tale assenza è molto più lieve e comprensibile per il disabile stesso.

Il progetto “MENTRE NOI”, consiste nell’abbandono lento e graduale dell’ambito famigliare, in presenza dei genitori ancora in vita, con l’inserimento in strutture ricettive, nelle quali il disabile, con la collaborazione dei genitori, può continuare a condurre la sua vita abituale e continuare a svolgere le attività produttive che già svolgeva in precedenza.

immagine-mentrenoi

È talmente comprensibile che, allorché i genitori mancheranno, la mutazione di stato sarà meno traumatica, in quanto il disabile si trova già a contatto con una realtà, che conosce, ed alla quale è già abituato.

Da ciò emerge l’indispensabilità della presenza dei genitori o di chi, in mancanza di essi, accudisce abitudinariamente il disabile, in tutte le attività di sostegno e di assistenza perché solo loro, con la loro esperienza, possono comprendere i suoi sentimenti e le tendenze avendo individuato la famosa porta di accesso alla mente del disabile di cui si è già parlato.

Allo stato attuale pare che tutto ciò non sia recepito né dalle Istituzioni né dai famosi luminari della scienza, forse perché, quanto suggerito ed auspicato, è di maggiore difficoltà di attuazione rispetto all’inserimento del disabile in una struttura assistenziale, che costituisce una sorta di deposito per il resto della vita del disabile stesso, con conseguente inevitabile regresso e perdita di tutte le conquiste faticosamente fatte con l’assistenza dei genitori.

Ciò equivale a dire al disabile:
Ti garantisco il mangiare, un tetto, la cura del corpo quotidiana, la protezione personale, cosa vuoi di più ?, in questo modo è molto facile per le istituzioni sentirsi la coscienza a posto e, nonostante si affermi calorosamente il contrario, considerare il disabile un cittadino di serie B

(articolo di Zeno Puccetti)