L’incontro del 9 Maggio presso l’Aula Rossa dell’Ospedale Maggiore, è stato pensato per famiglie ed operatori nel settore delle disabilità cognitive.

L’intento era quello di introdurre tematiche che verranno poi approfondite nei prossimi incontri (quelli del 15, 22 e 29 Maggio dedicati all’affettività e sessualità nella disabilità) e quelli del 16 e 26 Maggio dedicati alle Forze dell’Ordine.

L’incontro è stato aperto dalla Presidente di Aliante, Prof.ssa Liana Baroni, che ha presentato il Progetto Prisma nato dalla collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) e la sinergia del CUFO (Comitato Utenti, Famiglie, Operatori).

Sulla base del principio di sussidiarietà sono stati realizzati progetti volti alla promozione e al miglioramento della salute mentale nell’intento di rispondere ai bisogni dei cittadini.

Nell’ambito degli incontri, si sono scelti due temi, quello dell’affettività e sessualità nella disabilità e quello dei rapporti con le Forze dell’Ordine.

Relatrici dell'incontro del 9 maggio: Ingrid Bonsi, Liana Baroni, Concetta Stormante

La Prof.ssa Baroni ha accennato al fatto che esiste una proposta di legge che prevede anche in Italia l’introduzione dell’Assistente Sessuale, figura che già esiste in molti paesi europei.
Pur essendo scettica su questa figura per quanto riguarda la disabilità cognitiva, la prof.ssa Baroni ammette che esiste un tabù su questo tema che invece deve essere affrontato sia dalle famiglie sia dagli operatori che devono essere opportunamente “formati” per poter intervenire adeguatamente.
La resistenza da parte delle famiglie consiste nel fatto che si teme che una volta che la pulsione o il bisogno sia identificato ed innescato diventi per il disabile grave un “bisogno compulsivo” che produca poi comportamenti inadeguati e comprometta la inclusione sociale.
Invece il problema non deve essere minimizzato o rimosso ma va affrontato con risposte adeguate, con un’educazione sessuale per i ragazzi disabili, un’educazione che è un diritto fondamentale che non va negato.

La parola passa alla dott.ssa Ingrid Bonsi che porta il punto di vista dell’operatore.
Ingrid Bonsi conferma che c’è spesso da parte delle famiglie una “resistenza” ad accettare la crescita e la maturazione sessuale del figlio disabile.
Si tende a vedere il figlio con disabilità cognitiva come un bambino (anche a 40/50 anni) e a non incoraggiare comportamenti più maturi. Pertanto anche la sessualità è un tabù e se si può la si rimuove completamente. Invece è opportuno che le famiglie accettino la crescita del figlio e siano aiutati da operatori opportunamente formati.
E’ necessaria un’educazione che porti alla conoscenza del proprio corpo, all’emotività, alla gestione dei propri sentimenti, emozioni e pulsioni.

Il terzo intervento è quello della dott.ssa Concetta Stormante, psichiatra, terapeuta ed esperta dei disturbi dello spettro autistico. La dottoressa introduce una panoramica sul concetto di autismo, come è stato interpretato in passato e come è definito oggi dalla psichiatria moderna.
Vengono analizzati i sintomi più comuni del ragazzo affetto da autismo, le sue modalità e funzionalità.
A fronte di alcune domande di genitori, la dottoressa risponde su come intervenire sul comportamento ripetitivo tipico degli autistici e sul bisogno del rituale e dello schema sempre uguale (mangiare sempre le stesse cose, vestirsi sempre con il medesimo abbigliamento).
L’intervento si chiude con il caso di una donna autistica americana, Temple Grandin, che è diventata famosa per aver progettato 1/3 degli allevamenti bovini negli USA. Grazie alle sua capacità, alla volontà è l’esempio vivente di come si possa convivere con la propria disabilità e dare un contributo alla società in cui si vive. Temple Grandin ha scritto un libro “Io penso in immagini!” molto utile per capire meglio l’autismo e le persone con autismo.